VINCENT COURTOIS, FRANCIA

Vincent Courtois tratta la poesia visiva come la scultura. O meglio si serve di immagini in bianco e nero evitando l’appiattimento della tridimensionalità dovuta all’uso imperante del digitale. Un rivalutare la forma e il significato attraverso un’attenta osservazione dovuta alla scelta del colore. Una finestra aperta su di un mondo che potrebbe apparire sempre il medesimo ma che non è mai lo stesso per particolari che sfuggono per la loro velocità alla nostra percezione ma che dobbiamo sforzarci di vedere. Vedere è scoprire. Anche attraverso particolari di immagini che ci parlano di ieri ma soprattutto di un oggi che è già passato.