HELMUT KING, AUSTRIA

Negli anni cinquanta i ragazzi vivevano di striscio la vita dei loro padri che erano stati coinvolti nel grande massacro e che erano ritornati alla normalità. Cercavano di vivere i nuovi sogni costituiti dal cinema americano con gli eroi del Far West e dalla musica che sembrava la terapia di collegamento tra l’ieri e l’oggi. Una musica diffusa dalla radio e da quello strumento magnifico che era il juke box. Ed accanto al juke box c’era anche il flipper. Pochi strumenti caratterizzanti un decennio. Helmut King li ha assimilati e ne ha fatto oggetto della sua opera. Il suo è un’esaltare gli elementi attraverso una decorazione caratteristica, personale che si realizza soprattutto nella tridimensionalità della scultura e nella performance.