EXTRA MOENIA

Dentro e fuori. Due avverbi apparentemente in contrasto. Apparentemente poiché lo spazio è unico dove il dentro ed il fuori sono dettati solo dai muri costituenti confini artificiali. Ma il muro crea anche l’interesse per l’altra parte. Anzi qualcuno ha ipotizzato addirittura la creazione di ostacoli artificiali in modo che lo sforzo per il superamento creasse un atto etico. Quella eticità che spesso dimentichiamo evitando e sfuggendo lo sforzo, di qualsiasi tipo. Con l’annullamento si evita anche il problema di creare. Un antico, attuale problema trattato sotto i più disparati punti di vista. Ma senza soluzione. Ecco perché noi nella fiera della Biennale ci posizioniamo anche al di fuori, ampliando l’offerta alla massa di consumatori ma senza cercare di essere omologati a pagamento. In un momento di crisi è meglio non farsi fregare il frutto di duro lavoro con inutili intrallazzi. Come Cesare ha chiuso Vercigentorige in Alesia noi siamo il vallo che evidenzia l’asfissia del sistema Biennale. Il mondo è la nostra visione. Biennale est omnis divisa in partes duae, quorum unam incolunt intra, aliam extra…così scrivevano le cronache del terzo millennio.

Giancarlo Da Lio

PADIGLIONE D’ARTISTA

Da sempre sentendo parlare di padiglioni, il Nostro pensiero qui a Venezia si rivolge subito alla Biennale. Ad una impareggiabile Biennale di antica memoria che vedeva il suo concretizzarsi solo ai Giardini nei vari padiglioni nazionali ogni due estati per costituire sconfinando eticamente dall’extraterritorialità ufficiale degli edifici un’unione simbolica di molti paesi del mondo in nome dell’Arte. Nel 2009 abbiamo ribadito l’Unione Mondiale della Cultura con il Nostro World Pavilion: la Cultura e l’Arte al di sopra dei confini nazionali. Nel 2011 non vogliamo chiudere il cerchio ma solo farlo quadrare. Un cerchio che ha incominciato il suo giro quasi orbitale il 25 aprile 1989 con l’ideazione de L’Albero della Poesia. Da quel momento in poi all’interno del Movimento artistico ITINERARI 80 ogni attività ha riservato una parte speciale alla Poesia di tutti i tempi e luoghi, che si continua con l’Ambasciata di Venezia. Un ulteriore tentativo di unificazione al di sopra delle diverse lingue quale migliore sistema di comunicazione, non ultimo anche per mezzo della Poesia Visiva, in un momento in cui la diffusione di apparenti forze artistiche si sta disperdendo in luoghi spesso improbabili e non più solo ai giardini anche perché alcune nazionalità che si identificavano nei loro padiglioni hanno cessato di esistere e con esse la loro rappresentatività anche culturale. Altre sono state addirittura scalzate via lontano da Venezia da menti poco illuminate che nell’allontanarle dalla loro sede di elezione hanno intentato un affondamento apparentemente inarrestabile.

Tiziana Baracchi